Soluzioni allo spreco di acqua

Soluzioni allo spreco di acqua nel turismo

Oggi voglio parlarti in particolare di soluzioni allo spreco di acqua e ho diviso questo racconto in 3 parti: 

  1. Il contesto e l’impronta idrica personale
  2. Problemi e Soluzioni 
    • Infrastruttura da riparare 
    • Agricoltura e allevamento
    • Spreco domestico
  3. Soluzioni specifiche per gli operatori  (che tenga conto di problematiche comuni nel settore)

Non ti va di leggere e preferisci guardare e ascoltare? Ecco il video! 

1- Il contesto e l’impronta idrica personale

Sulla Terra ci sono 1,4 miliardi di km3 d’acqua, ma solo una infinitesima parte è potabile: poco meno di 45.000 km3 di acqua (pari allo 0,003% del totale) sono teoricamente fruibili, e sono le cosiddette “risorse di acqua dolce”. E solo lo 0,001% del totale è effettivamente disponibile per l’utilizzo da parte dell’uomo, perché di sufficiente qualità, ma soprattutto accessibile, anche in termini di costi. In più non bisogna dimenticare che l’acqua dolce non è omogeneamente distribuita tra i continenti: il 64,4% delle risorse idriche mondiali è localizzato in soli 13 paesi. A fare da capofila c’è il Brasile, che da solo detiene il 15%; seguono Russia (8,2%), Canada (6%), Stati Uniti (5,6%), Indonesia (5,2%) e Cina (5,1%).

L’ONU ha fissato in 20 litri di acqua dolce giornalieri pro capite la quantità minima necessaria ad assicurare i bisogni primari di igiene (nei Paesi sviluppati si consumano in media 150-175 litri di acqua al giorno a testa). Tali numeri si riferiscono alla cosiddetta acqua “reale”: è l’acqua utilizzata per bere, per lavarsi, per cucinare, per pulire o per innaffiare il giardino. Tuttavia, questa rappresenta solo una minima parte dell’impronta idrica personale

Infatti gli alimenti che portiamo in tavola sono pieni d’acqua “invisibile”, utilizzata per produrre i cibi e farli arrivare fino a noi. Ecco perché i comportamenti quotidiani e le scelte alimentari possono fare la differenza in termini di impronta idrica e risparmio di acqua. Un ruolo determinante quindi lo svolgono gli stili alimentari adottati. 

Proprio con questo spirito, BCFN (Barilla Center for Food and Nutrition) ha sviluppato il concetto della Doppia Piramide, grazie alla quale appare chiaro che gli alimenti che i nutrizionisti consigliano di consumare più frequentemente sono anche quelli che hanno un minor impatto ambientale

2- Problemi e soluzioni

In questa sezione identifichiamo  alcuni problemi e le soluzioni iniziando dalle infrastrutture, analizzeremo poi agricoltura e allevamo e termineremo con l’utilizzo domestico. 


Problemi 

  • A livello Nazionale l’esempio italiano. La rete di distribuzione italiana gestisce oltre otto miliardi di metri cubi di acqua ogni anno, di cui poco meno di tre miliardi di metri cubi sono persi
  • l’Italia potrebbe rendere più fruibile l’acqua. Nel complesso, l’Italia ha piogge abbondanti, ma la sua utilità è limitata dalla stagionalità e dalla distribuzione: è concentrata al nord durante la primavera e l’autunno. 
  • Il riutilizzo dell’ acqua è una pratica pochissimo utilizzata sia come politica nazionale, che come abitudine domestica. 

Soluzioni 

  • Migliorare e riparare le tubature idriche della nazione è la soluzione più risolutiva per il problema, ma l’arresto delle perdite potrebbe comportare un’impresa enorme in termini di tempo, fatica e denaro. 


La casa privata è però il luogo in cui la maggior parte delle persone può aiutare il problema dello spreco d’acqua in Italia; riparare i rubinetti domestici che presentano perdite può far risparmiare oltre 20.000 litri di acqua all’anno.

  • Rendere più fruibile l’acqua potrebbe essere possibile tramite schemi di stoccaggio e trasferimento dell’acqua. Questa soluzione potrebbe aiutare a bilanciare gli alti e bassi della disponibilità idrica in molte regioni. 
  • Un altro modo per migliorare l’efficienza è rappresentato dagli schemi di riutilizzo delle acque reflue su larga scala che catturano l’acqua usata, la filtra e permette l’utilizzo pubblico (come in alcune fontane di Roma) e il riempimento delle falde acquifere in diminuzione (come avviene in alcune città Australiane). 

Un’altra soluzione, che però ha un approccio diverso rispetto alle idee appena menzionate, è  che l’Italia faccia più acqua. 

I tentativi di creare artificialmente le precipitazioni hanno avuto scarso successo, ma la desalinizzazione è diventata più praticabile perché è diventata meno energivora.  (soluzione che non ci piace molto, ultima opzione). 

L’approccio di questa soluzione è invece di risparmiare e non sprecare quella che c’è ne faccio altra e non imparo a comportarmi con qualche limite, un approccio che non vorrei vedere applicato eccessivamente in quanto non permetterebbe in ogni caso alla nostra specie uomo di sopravvivere a lungo senza evolversi.

Molte di queste soluzioni comportano notevoli investimenti, ma una risposta più economica è quella di utilizzare meno acqua e in questo contesto il rapporto con i settori agricoltura e allevamento è fondamentale. 

L’Italia ha un’impronta idrica tra le più alte d’Europa, superiore del 66% alla media mondiale. Di questo, una quantità sproporzionata è utilizzata per l’agricoltura. Mentre l’irrigazione è essenziale per l’Italia, il passaggio dall’antica e inefficiente pratica dei campi inondati a sistemi di microirrigazione o irrigazione a goccia più sostenibili ridurrebbe significativamente gli sprechi. 

Ci sono stati anche esperimenti incoraggianti nell’uso dell’acqua salata per irrigare alcune colture come quelli proposti dall’ingegnere chimico e professore Greg Lesile, dell’Università del Nuovo Galles del Sud, in Australia secondo il quale Il processo di desalinizzazione può essere eseguito dalle piante stesse.

Fonte: National Geographic, Solving Italy’s water problem, Giugno 2020) e 
Utilizzare l’acqua marina in giardino

Sprecare il cibo è un’ulteriore modalità di spreco, anzi di doppio spreco in questo caso. 706 milioni di metri cubi d’acqua sono sprecati dai consumatori in modo indiretto mediante gli sprechi alimentari e gli alimenti che necessitano di una maggiore quantità d’acqua per essere prodotti e arrivare sugli scaffali dei nostri supermercati sono carne e latticini (Fonte:  Spreco di acqua problema risolvere).

La quantità totale di acqua “contenuta” nel cibo dipende da molti fattori, tra cui il sistema alimentare e la località geografica di riferimento. Per esempio, la carne prodotta in sistemi intensivi richiede cinque volte più acqua rispetto agli allevamenti al pascolo. Carne e derivati animali sono gli alimenti più “idrovori”: servono 2.400 litri di acqua per produrre un hamburger, contro i 500 litri per una porzione di formaggio, 150 litri per una porzione di pasta e 13 per un pomodoro. Le nostre scelte alimentari hanno dunque un ruolo strategico per la gestione delle risorse idriche del pianeta. Se tutta la popolazione mondiale adottasse una dieta di tipo occidentale, occorrerebbe un aumento del 75 per cento dell’acqua utilizzata attualmente per produrre cibo. Al contrario, adottando una dieta di tipo mediterraneo è possibile risparmiare oltre 2.000 litri d’acqua al giorno a persona.

La Doppia Piramide del BCFN (Barilla Center for Food and Nutrition) illustra e rende visuale questo concetto. 

Fonte
Antonelli M., Greco C., 2013. L’acqua che mangiamo. Edizioni Ambiente Srl
Chapaign, A.K. and Hoekstra, A.Y. 2004. Water footprints of nations. Value of Water Research Report Series No. 16 .UNESCO-IHE, Delft, the Netherlands
BCFN, online media content. Quanta acqua mangiamo?
BCFN, 2014. Doppia Piramide 2014.

Utilizzo domestico 
Riparare le perdite in casa fa risparmiare una quantità d’acqua sorprendente: oltre 20.000 litri all’anno per un rubinetto che gocciola e quasi 60.000 litri all’anno per una toilette che perde.

Le docce sono uno dei maggiori consumatori di acqua per uso domestico, in genere utilizzano più di (20 litri al minuto. Accorciare una doccia da dieci minuti a tre minuti può far risparmiare almeno 70 litri a persona – quasi 840 litri a settimana per una tipica famiglia di quattro persone. Volendo essere super attenti si può anche usare un secchio per raccogliere l’acqua sprecata in attesa che la doccia si riscaldi e usarlo per innaffiare le piante o per pulire il pavimento.

Le toilette utilizzano un’enorme quantità d’acqua, i modelli più vecchi ne usano fino a 18 litri per ogni risciacquo, il che rende importante tirare lo sciacquone solo quando è necessario. Se i vecchi gabinetti non possono essere sostituiti con un doppio scarico a basso consumo d’acqua, risparmiando migliaia di litri all’anno, c’è una soluzione semplice e simpatica fai da te: mettendo un mattone o una bottiglia riempita nella cisterna si riduce la quantità d’acqua utilizzata per lo scarico. 

Infine in cucina ci sono molti altri risparmi d’acqua. Un rubinetto in funzione utilizza circa 16 litri d’acqua al minuto, che si sommano rapidamente quando si lavano le verdure o si risciacquano i piatti. I rubinetti ad alta efficienza idrica aggiungono aria al flusso d’acqua in modo da ottenere una pressione simile con appena la metà della quantità d’acqua. Anche così, lavare i piatti in un lavandino può utilizzare 122 litri di acqua, mentre una lavastoviglie ha un utilizzo medio di soli 12 litri per carico grazie alla sua capacità di filtrare e riciclare l’acqua, che elimina anche la necessità di pre-risciacquare sotto il rubinetto.

tubatura che perde

3- Soluzioni specifiche per gli operatori turistici in  particolare hotel e settore dell’ospitalità. 

Riparare i danni e le perdite alle vecchie tubature è una necessità che solo una politica di incentivo predisposta per i proprietari (e non solo gestori) di hotel può aiutare ad ottenere. Inoltre a seguire alcune buone pratiche da casa si possono applicare 

Il report “Le potenzialità del risparmio di energia e di acqua nell’UE attraverso la regolazione del flusso e il trattamento delle acqua grigie” ha dimostrato che adottare poche pratiche per ridurre l’acqua utilizzata in hotel si traduce in un enorme risparmio economico.

Secondo gli esperti per raggiungere questi risultati non è necessario applicare complesse procedure. Basterebbe avvalersi di due sistemi già largamente in uso in Europa:

  1. I riduttori di flusso dell’acqua: piccoli strumenti che si applicano a qualsiasi rubinetto e doccia e permettono di ridurre la portata dell’acqua ma non l’energia del getto
  2. Sistemi di trattamento delle acque grigie: le acque grigie compongono oltre la metà dell’acqua utilizzata all’interno di un’abitazione (doccia, vasca, lavandino, lavatrice, lavastoviglie). Attraverso un impianto di microfiltrazione possono essere riciclate interamente e riutilizzate. 
  3. Aggiungo io sostituire gli elettrodomestici non perfettamente funzionanti salendo di efficienza ed eliminando necessità di doppi lavaggi. 

Altre due buone pratiche da applicare per ridurre il consumo d’acqua in hotel (In media una camera consuma dai 60.000 ai 120.000 litri di acqua all’anno).

  • Incentivare il cambio della biancheria solo su richiesta è uno dei principali modi per risparmiare acqua. 
  • Rivolgersi e collaborare con fornitori che dimostrano di aver ridotto lo spreco di acqua nel lavaggio della biancheria. 

Infine se l’hotel ha una piscina puoi risparmiare acqua con alcune semplici mosse:
– costruire una copertura termica che consenta un notevole risparmio dell’acqua evaporata.
– installare delle piscine con il riciclo dell’acqua equipaggiate di un sistema di filtrazione ecologico a risparmio energetico.

Fonte

https://www.bookingblog.com
https://ecobnb.it/
 

Cosa ne pensi? conoscevi tutte queste soluzioni? Quali trovi più utile? Scrivimi un commento qui e se hai domande non esitare nei commenti o via e mail sono sempre felice di leggerli e rispondere.  

Sara  – consulente per il turismo

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